Il goal piu' bello di Riccardo Meggiorini

Riccardo Meggiorini eroe per un giorno.






Appassionato di MotoGP è un grande tifoso di Hayden. "Conosco Nicky da tempo e parteggio per lui, per questo ho scelto il 69 e tutti gli anni gli regalo la mia maglia,Riccardo ha compiuto un gesto che gli fa molto onore in un momento dove i femminicidi in Italia sono diventati un vero e proprio bollettino di guerra. 






Nicky Hayden che è attualmente 6° nel mondiale Superbike con una vittoria a Sepang e che tornerà in MotoGP la prossima settimana ad Aragon.
L'ex iridato 2006 della Honda prenderà il posto dell'infortunato Jack Miller la cui stagione, quest'anno, è stata costellata di infortuni.
Un gesto giustamente da sottolineare, per civiltà e coraggio: il gioiello del Chievo nella notte di giovedì è stato protagonista di un vero e proprio salvataggio. 






Sono le 2.30 di notte quando in centro a Verona risuona un urlo, una richiesta d'aiuto bella e buona. Il centravanti del Chievo sta dormendo ma viene svegliato dal trambusto: "Ho sentito le urla di una ragazza - racconterà poi - Mi sono avvicinato alla finestra per sentire meglio, poi sono sceso di corsa perché ho capito che erano urla di disperazione". 






L’attaccante del Chievo ha fatto di corsa i 200 metri che lo separavano dalla coppia e ha dato una spallata al ragazzo, buttandolo a terra e bloccandogli braccia e gambe fino all’arrivo dei carabinieri. «Erano due ventenni. Lei continuava a piangere disperata. Ma non mi interessa rivederla. Quello che ho fatto si è esaurito con l’arrivo dei militari, quando ho dato le mie generalità per raccontare cosa era successo. Se mi hanno riconosciuto? No, mica era importante!».








Dopo che i giornali hanno scritto la sua impresa fuori dal campo, Riccardo ha dovuto ri-raccontare tutto per filo e per segno a parenti e amici che lo hanno chiamato, a cominciare dai genitori. «Mio padre si chiama Sergio, mia madre Roberta. Lei casalinga, lui pensionato, ha sempre lavorato nei campi, dove allevava animali. Sono orgogliosi, in fondo quello che ho fatto è frutto dei loro insegnamenti, mi hanno cresciuto facendo dell’altruismo un valore». E molto ha contato, nella formazione del suo carattere, aver vissuto in un paese. «Sono nato a Isola della Scala, nel Veronese, ho sempre fatto vita di oratorio, d’estate nei campi scuola religiosi. Anche ora continuo ad andare a messa tutte le domeniche con Silvia».





La compagna è imprenditrice. «È una donna di contenuto, molto concreta, come me. Ci siamo piaciuti proprio per la nostra visione semplice della vita. Appena possiamo, trascorriamo il nostro tempo libero in famiglia, in campagna o sul lago, in tutta tranquillità a far le cose più comuni». Non si riconosce, quindi, nello stereotipo del calciatore. «In realtà non esiste nemmeno. Conosco moltissimi colleghi che conducono una vita normale, fanno tantissima solidarietà e nessuno ne parla. Però poi basta che un giocatore faccia un incidente in auto correndo a duecento all’ora ed ecco che i calciatori diventano solo quello. Il mio mito, per esempio, è Francesco Totti: mai una sbavatura».
Ecco il suo ritratto. Piatto preferito: risotto all’isolana. «È tipico del mio paese, si fa con la carne di maiale». Cantante: «Tutti i rapper ed Emma Marrone». Sogno nel cassetto: «L’ho già realizzato: volevo giocare a calcio in serie A e fare gol a Gigi Buffon, questo ci sono riuscito nel 2009». Sulle donne ha le idee chiare: «Vanno rispettate a prescindere, come ogni essere umano. La violenza non deve esistere».

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