I Circuiti protagonisti al cinema con Veloce come il vento

Il Cinema italiano 2016 sugli scudi con  2 pellicole particolari che escono dagli schemi;l'anno è iniziato con il film intitolato "Lo chiamavano Jeeg Robot" e







 il 7 aprile uscira' il nuovo film "Veloce come il Vento",la pellicola che riporta le corse d'auto al cinema.






Il regista Matteo Rovere, già produttore di Smetto quando voglio e The Pills e regista di Un gioco da ragazze e Gli sfiorati, racconta le vicende di una famiglia che da sempre vive sui tracciati italiani del campionato Gran Turismo. Giulia De Martino, Matilda De Angelis, è l'ultima generazione che affronta la pista. A diciassette anni partecipa al Campionato GT sotto la guida del padre Mario. Ma un giorno tutto cambia e la ragazza si ritrova ad affrontare da sola lo spietato mondo delle corse, la lotta per ripagare i debiti e non dover abbandonare la casa in cui è cresciuta. 



                                                  Ciondolo Circuito di Imola con diamante



Deve anche prendersi cura del fratello minore, un bimbo occhialuto che sembra non ridere mai. A rendere ancora più difficile la situazione c'è il ritorno inaspettato del fratello Loris, Stefano Accorsi, ex pilota inaffidabile, drogato, ma dotato di grande istinto per la guida. Dopo qualche scontro, per non perdere la loro casa, i fratelli saranno costretti a vivere sotto lo stesso tetto e anche a unire le loro forze al circuito. Affronteranno una serie di sfide, di corse e di vita, attraverso le quali troveranno la strada per scoprirsi na famiglia. Dentro la cornice di genere, Rovere infatti propone sostanzialmente una storia di rapporti e sentimenti, in cui non mancano l'adrenalina delle corse, qualche momento divertente affidato al carattere borderline del personaggio di Accorsi, altri in cui il regista non ha paura di spingere sulla commozione.


                                                      Gioielli Circuito di Monza



Veloce come il vento è prodotto da Domenico Procacci per Fandango e Rai Cinema, ispirato molto liberamente alla storia vera di Carlo Capone, pilota di rally pieno di talento ma segnato dalla vita, girato tra Imola e Matera, i circuiti di Vallelunga e Monza. Racconta Stefano Accorsi, che nel film è quasi irriconoscibile, capelli lunghi, denti neri, corpo magrissimo e tatuato.


                                                          Portachiavi Circuito di Monza



Nel film il mondo dei circuiti, le corse, gli allenamenti, le piste sono tutti affrontati con realismo estremo. "Un mondo popolato da una umanità piena di vitalità e anarchia. Che è stato per noi fonte di grande ispirazione. Loris è un ex campione con una vena di follia, come molti piloti e campioni, che però è anche una vena di grande reattività.






Un uomo sportivo ad alti livelli che ha un modo di affrontare le cose con quel piglio anarchico che gli permette di restare indomito. È un personaggio che non si arrende mai, non di adegua, neanche al suo stato di drogato dipendente, non fino in fondo, c'è qualcosa che si ribella perfino a se stesso. L'ambiente delle corse ha un tasso di passione dedizione e follia altissimo. Sono lavoratori di grande livello, ma anche persone che fanno vite pazzesche, in giro per campionati, corrono a velocità pazzesche, rischiando tutto. Di questo mondo la forte vitalità è l'elemento comune".




I Circuiti protagonisti al cinema, palcoscenici di pure emozioni, diventano così veri e propri gioielli, perché la passione per la velocità, il mito ed il sapore della sfida chiedono ora di essere rappresentati da un oggetto di valore, ma soprattutto di essere indossati. 






Nostro intento è quindi cogliere ed impreziosire l'aspetto fashion di quella passione che inchioda milioni di appassionati al televisore e li spinge fino ai bordi di un tracciato.

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