La politica italiana del 2015 si interessa di E-commerce

La politica italiana comincia ad interessarsi al commercio elettronico;l'eCommerce è sempre più un canale necessario e cruciale per le imprese che vogliano fare business sia nel nostro Paese sia su scala globale. Lo ha affermato Roberto Liscia, presidente del consorzio Netcomm, la rete delle aziende italiane che puntano a favorire l’eCommerce in Italia.





Circuiti é stato il primo marchio di gioielli in Italia a credere nel commercio elettronico a cavallo tra il 2003 e il 2004,quando in Italia non esisteva nemmeno l'ADSL.



Una scelta molto coraggiosa la nostra quella di puntare sul Made in Italy e sulla vendita on-line e oggi in un'economia che arranca l'eCommerce continua a crescere, aprendo nuove possibilità per le Pmi italiane soprattutto in chiave export, complici i cambi valutari finalmente favorevoli. Nel 2014, stando ai dati di Netcomm e del Politecnico di Milano, il commercio elettronico si è attestato a un valore di 13,3 miliardi di euro, con una crescita annua del 17%, mentre l'export è aumentato del 24% a 2,5 miliardi.

Di eCommerce come opportunità di sviluppo per l’economia italiana si è parlato alla presenza di alcuni dei parlamentari componenti l’Intergruppo Innovazione, tra cui il moderatore Antonio Palmieri. Presente anche Stefano Firpo, capo della segreteria tecnica del ministero dello Sviluppo economico.




Lo spazio per crescere c'è anche se si considerano gli acquirenti online: in Italia sono 16 milioni, a fronte dei 44 milioni della Germania, i 39 del Regno Unito e i 29 della Francia. Ma il dato molto interessante sottolineato al convegno è che ormai anche in Italia il 50% delle famiglie ha almeno uno dei componenti che fa acquisti online.

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